Il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo ha visitato stamani gli impianti di trattamento e recupero dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata che, realizzati in un’area di 120.000 metri quadrati, si trovano nella zona industriale di Caltagirone e sono gestiti da Kalat Impianti srl, il braccio operativo di Kalat Ambiente Srr, la società che, nel Calatino, si occupa del servizio integrato dei rifiuti e che controlla la stessa Kalat Impianti srl. Attualmente negli impianti, il primo di compostaggio, l’altro della frazione secca ““ risultano occupate 34 persone e Kalat Impianti srl è economicamente autosufficiente.
I riflettori sono stati puntati sulle possibilità di sviluppo della struttura. Su questo aspetto l’amministratore unico e legale rappresentante, ha informato che l’attuale impianto di compostaggio, che chiuderà il fatturato del 2016 con ricavi attorno ai 2 milioni di euro, potrebbe essere ulteriormente potenziato e trasformato con la creazione, al posto dell’attuale, di un impianto di trattamento dei rifiuti organici mediante digestione anaerobica con produzione di compost e di biometano. “I ricavi generati dall’aumento della capacità di trattamento dei rifiuti in ingresso (40.000 tonnellate anno) e dalla cessione del biometano ““ ha spiegato Romano -, produrrebbero un incremento elevatissimo di fatturato”.
Altra priorità indicata dall’ingegnere Romano è l’ammodernamento, col passaggio dal sistema manuale a una automatizzato, dell’impianto di selezione della frazione secca, “che non intaccherebbe il numero dei dipendenti impiegati, ma raddoppierebbe l’utile”.
Visitando l’impianto di selezione il primo cittadino ha constatato il percorso verso il recupero che fanno i rifiuti trattati, grazie anche al rapporto con i consorzi di filiera del sistema Conai. Attenzione è stata dedicata pure al rapporto con Corepla, con il conseguente impegno a rappresentare, all’interno del Cda di Kalat Ambiente Srr, l’esigenza di adempiere a quanto previsto dal contratto con lo stesso Corepla, anche perché l’adeguamento dell’impianto alle prescrizioni previste nel contratto ne raddoppierebbe la capacità produttiva.
“Questi impianti ““ ha sostenuto Ioppolo ““ devono essere messi nelle condizioni di sviluppare in pieno le loro potenzialità , ed essere pertanto una risorsa economica, ambientale e sociale per il territorio. In questo modo saranno in grado di restituire risorse economiche ai Comuni soci, di garantire e accrescere l’occupazione e assicurare i giusti livelli contrattuali a quanti vi lavorano”.
Un concetto che è stato ribadito nel corso dell’incontro con gli addetti agli impianti che da tempo richiedono l’adeguamento dei propri livelli contrattuali.